Liegi-Bastogne-Liegi 2019, Fuglsang rivela: “Alaphilippe mi ha detto ‘spero che oggi vinca tu'”
Liegi – Bastogne – Liegi culmine della primavera di Jakob Fuglsang. Autore di un ottimo inizio di stagione, il danese era tuttavia regolarmente stato battuto nelle grandi classiche rimanendo sinora su tre podi tra Strade Bianche, Amstel Gold Race e Freccia Vallone. La Doyenne rappresentava la sua ultima occasione e non si è lasciato sfuggire la possibilità con una corsa perfetta, accollandosi senza problemi lo status di sorvegliato speciale in salita. È stato infatti lui a produrre l’accelerazione decisiva sulla Roche-aux-Faucons, scrollandosi di dosso il grande rivale di queste settimane Julian Alaphilippe e gli altri grandi favoriti, per poi staccare di forza anche Mike Woods e Davide Formolo, gli unici che erano riusciti ad andargli dietro, nel falsopiano successivo. Un successo perentorio che sublima un Trittico delle Ardenne di altissimo livello, dal quale esce con una nuova dimensione forse inattesa ad inizio stagione.
“Una sensazione fantastica – ammette dopo il traguardo – Questa settimana per me era un grande obiettivo e chiudere con una vittoria in una corsa così importante è davvero straordinario. Non so perché è arrivata così tardi, forse prima dovevo crescere, ma quest’anno tutto sembra essere al posto giusto. Finalmente le cose combaciano. C’è voluto tempo, ma ora spero di avere altri due o tre anni per godermela a pieno”.
Nel raccontare la corsa il danese rivela un interessante aneddoto, quando a fargli gli auguri per il successo odierno è stato proprio il suo rivale più atteso, quel Julian Alaphilippe che lo aveva privato del successo a Siena e sul Muro di Huy. “Prima della discsa verso la Redoute ero a ruota di Luis Leon Sanchez e Julian era a ruota dei suoi. Ho guardato come stava, mi ha guardato anche lui e mi ha detto ‘Spero che oggi vinca tu‘. Penso che sapesse di non essere al meglio per il meteo o perché la Roche-aux-Faucons sarebbe stata troppo dura per lui”.
Per quanto riguardo la tattica, Fuglsang ha sostanzialmente fatto l’unica cosa che poteva fare viste le sue caratteristiche. “Mi ero detto che il mio traguardo doveva essere in cima all’ultima salita perché sapevo che in un gruppetto probabilmente non avrei vinto. Poi quando mi sono guardato dietro ho visto Woods quasi staccato e Davide era tre o quattro metri dietro, quindi sapevo che quello era il momento in cui dare tutto, in cui vincere o perdere”.
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